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6 aprile 2009

Le imprese italiane in Russia

Con l'obiettivo di rafforzare i rapporti e siglare nuovi accordi di collaborazione, gli uomini d'affari e di governo dei due Paesi trascorreranno tre giorni a Mosca e altri due giorni conclusivi in altre quattro città russe. Eni ed Enel, Fiat e Finmeccanica, Intesa Sanpaolo e Unicredit. I 'big' del sistema produttivo nazionale sono tutti operativi in Russia e forse bastano questi nomi per avere un'idea immediata dell'importanza cruciale dei rapporti economici con Mosca. Relazioni fondate soprattutto sullo scambio di gas e petrolio con macchinari (ma non solo) e che, dal 2000 in poi, si sono rafforzate e ampliate, fino a far diventare la Russia il più importante partner economico-commerciale del nostro Paese al di fuori dell'Ue (salvo gli Usa), con circa 450 imprese italiane - in buona parte manifatturiere - presenti nell'area. A partire dal 2000 - secondo l'analisi congiunturale dell'Ice - la dinamica dell'interscambio commerciale Italia-Russia, i flussi di investimenti diretti in e out, gli accordi strategici sull'energia hanno reso i rapporti bilaterali sempre più solidi ed estesi. Un processo d'integrazione favorito da alcuni fattori fondamentali, come la "perfetta complementarietà" delle due economie: da una parte l'offerta russa di materie prime, in primo luogo quelle energetiche (petrolio e soprattutto gas), di importanza strategica per la nostra economia; dall'altra, l'alta specializzazione manifatturiera italiana, che soddisfa la domanda interna russa, dai macchinari ai beni di consumo.
Fonte: Apcom

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