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23 febbraio 2010

Gli investimenti italiani in Russia

Anche prima della crisi la Russia si proponeva come una meta attraente per gli investimenti grazie alle enormi proporzioni del suo mercato interno (settimo posto al mondo secondo la valutazione del Forum Economico Mondiale), per la disponibilità di manodopera qualificata e relativamente economica, per la rilevanti riserve di materie prime e per un forte potenziale produttivo - La collaborazione con l’Italia a livello è storica e negli ultimi anni dimostra ulteriormente una grande tendenza all’avvicinamento tra i due Paesi - Per entrare con rapidità e con efficacia sul mercato russo è necessario approntare un business plane che tenga conto della specificità dei consumatori e della realtà concorrenziale.

Dinamicità e flessibilità sono tradizionalmente le caratteristiche degli ambienti degli affari in Italia. E nella situazione corrente si sono aperte possibilità uniche per entrare nei mercati per ottenerne il massimo della resa.È noto che, proprio nel momento della crisi è indispensabile porre le fondamenta per crescere con successo nel futuro. E nel cercare le possibilità di un successivo sviluppo è indispensabile orientarsi nella nuova mappa delle possibili collaborazioni a livello internazionale. La Russia, anche prima della crisi si proponeva come meta attraente per gli investimenti, grazie alle enormi proporzioni del suo mercato interno (settimo posto al mondo secondo la valutazione del Forum Economico Mondiale), alle sue risorse di manodopera qualificate e relativamente economiche, a una rilevante disponibilità di materie prime e a un forte potenziale produttivo.La manifestata stabilità della Russia rispetto alla crisi economica mondiale e la politica attiva dello Stato nel sostenere l’economia e nell’aiutare gli investimenti stranieri contribuiscono ad alimentare l’interesse verso questo Paese da parte degli investitori persino in periodi difficoltosi.La collaborazione della Russia con l’Italia a livello storico è di un carattere intimo e negli ultimi anni dimostra ulteriormente una grande tendenza all’avvicinamento fra i due Paesi. Ciò viene espresso in tempi impetuosi di crescita del bilancio commerciale economico e il posizionamento dell’Italia in qualità di secondo Paese partner commerciale della Russia. Il volume degli investimenti Italiani in Russia è tuttavia relativamente modesto, l’1% del volume totale degli investimenti stranieri, assegnando all’Italia un posto modesto nella terza decina dei Paesi investitori.
Fonte: Intesa24

19 febbraio 2010

Cosa succede al settore retail russo


In generale le catene russe della grande distribuzione organizzata intendono riprendere ad espandersi quest’anno dopo un 2009 trascorso per lo più in maniera fiacca, nel paese che secondo PricewaterhouseCoopers diventerà la maggiore economia d’Europa entro il 2030.
Il successo (o il mancato crollo) dei discount russi nel 2009 sta invero convincendo molti retailer ad allargarsi quest’anno scegliendo di aprire nuovi outlet di format democratico, o comunque di riconvertire finalmente il proprio business alla luce delle nuove condizioni del mercato.


Il gruppo X5, il maggior retailer russo per entrate, ha riportato per il 2009 un incremento delle sue vendite pari al 33% su base annuale a 275 miliardi di rubli, ovverosia circa 9,3 miliardi di dollari; l’avanzamento più consistente si è registrato nel quarto trimestre, con vendite aumentate del 23% a quasi 79 miliardi di rubli, anche grazie a varie offerte-convenienza predisposte per il periodo natalizio.
Nella divisa americana, secondo X5 le vendite dello scorso anno sarebbero cresciute del 4%.
Alla fine del 2009 il gruppo ha contato 1.372 outlet, dei quali sono stati 271 quelli aggiunti nell’anno, e tra questi i supermercati della catena Paterson acquisita sempre nel 2009; alla strategia di non smettere le acquisizioni dei rivali più deboli anche durante la crisi, nel 2009 X5 ha affiancato quella di diminuire i prezzi dei propri prodotti per venire maggiormente incontro ai consumatori russi, e infine la sua disponibilità di supermercati appartenenti a diversi format.
Per l’anno il gruppo ha anche riportato un aumento del 5% tanto nella frequentazione delle sue strutture (ma del 10% nei suoi hard discount) quanto nell’ammontare medio degli scontrini emessi.
Magnit ha invece riportato un aumento del 5,8% nell’ammontare medio degli scontrini emessi durante il 2009 ma anche la diminuzione dell’1,5% della frequentazione, a causa di quelli che gli esperti hanno chiamato errori nelle sue politiche di prezzo.


Il gruppo X5 quest’anno intende continuare ad aprire nuove strutture, e dal punto di vista geografico intende focalizzarsi in particolare sulla Russia meridionale, dove il numero di supermercati esistenti verrà aumentato di ben il 68%; all’inizio di febbraio X5 ha intanto già aperto un nuovo ipermercato Karusel da 13 mila metri nella regione di Rostov, all’interno del centro commerciale Megamat del capoluogo.
Anche grazie all’apertura di nuovi supermercati che neppure la crisi è stata in grado di fermare l’anno scorso (646 contro le 358 del 2008!), il competitor Magnit nel 2009 ha aumentato su base annuale le sue vendite in termini rublo di oltre il 28% a quasi 170 miliardi.


Anche Magnit intende espandersi nel 2010: prevedendo un ulteriore aumento delle vendite di oltre il 20%, quest’anno il grande retailer con i quartier generali nella regione di Krasnodar investirà oltre un miliardo di dollari per aprire fino a 550 discount e 30 ipermercati.
Magnit ha appena annunciato anche la costruzione nella regione di Tambov di un centro logistico da 16 milioni e mezzo di dollari per 26.500 metri di superficie che servirà una dozzina di regioni russe: avrà linee di selezione di prodotti alimentari ed etichettatura con codici a barre, ed amplissimi refrigeratori.


Le vendite 2009 di Sedmoi Kontinent sono aumentate del 12% a oltre 49 miliardi di rubli, ma i suoi profitti netti secondo gli standard contabili internazionali potrebbero avere subito un calo abbastanza drastico; nel 2010 questo retailer, il meno favorito dalla diminuzione dei prezzi praticati decisa nel corso del 2009, intende comunque aprire 14 nuovi punti vendita.


Dixy, un altro dei principali retailer alimentari russi con forte presenza regionale, ha registrato nel 2009 entrate in diminuzione su base annuale del 12% al corrispondente di 1,71 miliardi di dollari; ciononostante per il 2010 ha annunciato investimenti per 3 miliardi di rubli diretti all’apertura di altri suoi discount.


Fonte: U/I

14 febbraio 2010

L'economia russa in prospettiva futura

Nonostante la crisi la Russia ha tutti i requisiti per diventare nei prossimi due decenni la maggiore economia del Continente europeo, superando sul piano dello sviluppo leader attuali come Germania, Francia e Gran Bretagna - In nove anni le dimensioni dei Pil delle sette economie emergenti dovrebbero raggiungere i volumi dei Prodotti interni lordi dei Paesi del G-7. Già nel 2010 il PIL russo dovrebbe aumentare del 3,6% contro una previsione dell’1,5 per cento.
Molti altri analisti internazionali hanno manifestato valutazioni positive riguardo al futuro dell’economia russa. In particolare, gli analisti di Credit Suisse si aspettano che nei prossimi 10 anni il Pil della Russia cresca del 60%. Dopo una crescita del 3,6% nel 2010, l’anno prossimo dovrebbe salire del 4,6%, con un rallentamento fino al +4,6% nel 2012, per accelerare nel biennio 2013-2014 fino al 5,2% l’anno. Negli anni successivi al 2014 e fino al 2019 il Prodotto interno lordo russo dovrebbe crescere a un tasso annuo del 5% . I principali punti forti dell’economia russa sono le ricche risorse naturali, comprese le riserve strategiche di metalli, idrocarburi, metalli di terre rare come palladio e platino. La Russia sta costruendo nuovi gasdotti e nuovi oleodotti per assicurare le forniture di energia ai maggiori consumatori strategici dell’Europa e dell’Asia (Nord Stream, South Stream, l’oleodotto Siberia-Pacifico). Importante è la vicinanza delle risorse strategiche della Russia alla Cina e ad altre economie asiatiche in crescita.

Fonte: Intesa CSI

13 febbraio 2010

McDonald's in grande spolvero in Russia


Ad appena una settimana dall’apertura della sua prima struttura russa da parte del competitor Burger King, McDonald’s ha comunicato che nel 2010 investirà 135 milioni di dollari per espandersi ulteriormente in Russia, con la modernizzazione delle strutture esistenti e l’apertura di altri 45 ristoranti; per di più, quest’anno la Russia sarà l’area d’investimento prioritaria fra tutte le attività europee di McDonald’s.
Lo stesso ritmo di aperture, sulla quarantina, proseguirà ogni anno almeno fino al 2012.
McDonald’s conterebbe oggi da sola per ben il 70% del dinamico settore russo del fast food, ed opera nella Federazione Russa con circa 245 ristoranti a servizio di una clientela quotidiana valutata in 600 mila persone.









Fonte: U/I