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21 settembre 2009

Distribuzione al dettaglio, news

Il retailer finlandese Kesko ha comunicato di essere molto interessato ad espandersi nel mercato russo dove sta valutando diverse opportunità di acquisizione; Kesko si è detto pronto ad investire fondi “notevoli” per lo sbarco in Russia, ed il suo comunicato è coinciso con l’apertura a Krasnodar del secondo ipermercato Carrefour in Russia.
Kesko è un’holding della grande distribuzione, con attività che variano dalla distribuzione alimentare al fai-da-te, sino alle attrezzature agricole ed alle automobili.
Auchan ha aperto il suo quinto ipermercato russo a San Pietroburgo, sulla via Borovaya; la struttura ha una superficie di 6 mila metri quadrati e la stessa insegna è adesso impegnata a negoziare la prossima apertura di un altro centro commerciale vicino a Celyabinsk a brand Leroy Merlin.
Si tratta del marchio per il fai-da-te del gruppo Auchan, ad oggi presente in sette città russe, tra le quali vi sono quattro presenze a Mosca e due nell’ex capitale zarista.
X5, la più grande catena russa di supermercati per vendite (è superata da Magnit solo per il numero di negozi), non teme per niente la concorrenza dei nuovi arrivati stranieri del calibro di Carrefour e, probabilmente, Wal-Mart: lo ha assicurato questa settimana in un intervento il Ceo Lev Khasis, che ha anche definito impossibile l’eventualità di una cessione di quota di controllo della sua holding.
Entro il 2010 X5 entrerà inoltre in grande stile anche nell’e-commerce, con una presenza autonoma e non dipendente dalla rete fisica di supermercati: Khasis ha parlato di “Amazon russa” e dell’intenzione di diventare il retailer russo numero uno sul web, ma ha riconosciuto che X5 dovrà superare le solite difficoltà russe al commercio via internet, cioè pagamenti, scarsa affidabilità del servizio postale, ed altre difficoltà di tipo logistico.

6 settembre 2009

Lo stato dell'industria farmaceutica russa



Il presidente Medvedev ha criticato lo stato dell’industria farmaceutica russa definendolo critico, per la grande quota prodotta di medicinali di semplice manifattura e di vecchia concezione, oppure di farmaci generici fabbricati sulla base di principi attivi importati, e l’assenza di medicinali e tecnologie farmaceutiche di concezione propria; secondo il presidente russo le multinazionali farmaceutiche sarebbero interessate a costituire joint venture con la compagnie russe, che tuttavia sarebbero del tutto impreparate a tali progetti comuni, in parte anche per colpa del governo, che sinora non ha predisposto alcun programma strategico per lo sviluppo del settore.
La Russia continua anche a dipendere dall’import di medicinali particolarmente avanzati o per patologie particolari e complesse.
Ad esempio, Pharmstandard è una delle maggiori compagnie farmaceutiche russe e dispone di cinque stabilimenti, ma oltre che a farmaci produce anche attrezzature ed articoli medicali; due anni fa fu la prima del suo settore a tenere un’Ipo da cui ricavò ben 880 milioni di dollari.
Pharmstandard ha appena concluso una fornitura allo Stato del farmaco antitumore Velcade, che distribuisce su licenza di Janssen-Cilag (gruppo Johnson & Johnson), dalle dimensioni e dal valore così importanti da permettere all’azienda di incrementare i propri profitti netti nel primo semestre del 47% a 2,6 miliardi di rubli.

Fonte: U/I